Presentazione della Comunità educativa per minori Francesco e Matilde Micheli - Comunità Emmanuel Lecce

 


La Comunità Educativa “Francesco e Matilde Micheli” è una struttura per minori, sita nella città di Galatina, che si avvale della collaborazione fra la Diocesi di Otranto e l’Associazione Comunità Emmanuel.
La Struttura accoglie ragazze pre-adolescenti e adolescenti, segnalate dal Servizio Sociale Territoriale e dal Tribunale per i Minorenni, che vivono esperienze di grave disagio evolutivo e socio-familiare. La comunità agisce, dunque, in situazioni di disagio già conclamato e si pone la finalità di aiutare la minore a riscoprire e a rivalutare le proprie capacità e potenzialità, di ricostruire le sue relazioni sociali e familiari, di proiettarla verso il futuro.


La prima parte del progetto educativo prevede l’accoglienza e l’accompagnamento della ragazza, sino al progressivo ed auspicabile reinserimento della stessa nel nucleo familiare di riferimento. La prima fase è sempre quella più difficile, perché le resistenze che mette in atto la minore sono tante e dettate dalla paura della nuova situazione e dalla mancanza di fiducia nell’adulto.


Si tratta di vite private della loro dignità; ragazze cresciute troppo in fretta, che non hanno conosciuto il calore vero di una famiglia, che non hanno assaporato la gioia di sentirsi amate, riconosciute, cullate da mani amorevoli; figlie di genitori troppo provati dalla vita, per poter avere il cuore libero di prendersi cura delle loro creature.
Il primo obiettivo, dunque, è creare una relazione affettiva con loro, presupposto necessario per ogni intervento educativo. Successivamente, una volta acquisita la fiducia, si accompagnano le minori nel loro percorso di vita, inserendole in un contesto scolastico che fornisca loro una certa formazione; sostenendole in un cammino introspettivo di riscoperta del sé e delle proprie capacità, che permetta loro, al contempo, di rielaborare i traumi subiti, e favorisca una rivisitazione critico-affettiva delle relazioni familiari; promuovendo l’inserimento nel tessuto sociale, per potenziare le loro competenze relazionali; attivando, infine, intorno a loro, una rete solidale formata da adulti affettivamente significativi.
Sono diversi operatori a prendersi cura delle ragazze accolte. Ognuno di loro svolge un compito specifico, ha responsabilità proprie, ma ciascuno infonde nel suo lavoro passione, perseveranza nelle difficoltà, che a volte appaiono insormontabili, ma che richiedono solo pazienza e capacità di ascolto, e, poi, speranza, speranza di poter cambiare le cose, speranza contro ogni verità prestabilita, speranza che permetta, anche dinanzi a quelli che ai nostri occhi umani appaiono come fallimenti, di continuare a credere, nonostante tutto, nell’intima bontà dell’uomo.
Alcune delle ragazze, una volta terminato il cammino in Comunità, possono ritornare dai propri genitori, che, a loro volta, hanno concluso, felicemente, il proprio percorso parallelo di rielaborazione delle difficoltà, e possono, quindi, dirsi pronti a riaccogliere la figlia in famiglia. Altre minori, purtroppo, per tante difficili ragioni, non possono più contare sulla famiglia d’origine. Per loro, allora, si prevede un percorso di autonomia, che consiste nella ricerca di un lavoro, tale da garantire un sostentamento dignitoso, e nella ricerca, successiva, di una casa.
Per tutte, la struttura prova a rimanere un punto di riferimento, una casa, una “famiglia” da cui ritornare, quando si ha una bella notizia da raccontare, o una sofferenza da condividere.

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